Polpette di pane al pomodoro
Quel giorno consumai il pranzo, due polpette e un bicchiere di latte, nell’ufficio del procuratore distrettuale del Bronx, in compagnia di un viceprocuratore di nome Halloran che non avevo mai visto. La cena, se si può chiamare cena un paio di tramezzini di carne in scatola e un caffè tiepido in bicchiere di cartone, la consumai nell’ufficio del procuratore distrettuale di new York, in compagnia di un viceprocuratore di nome Mandelbaum che avevo visto, come minimo, diecimila volte. Il tutto con un contorno di domande, domande e poi ancora domande.
I festeggiamenti proseguirono a casa, con il rapporto a Wolfe.
Da “Nero Wolfe discolpati” di Rex Stout
Ingredienti per 10 polpette
2 uova
100 g di mollica di pane raffermo (o pan carré)
mezzo bicchiere di latte
3 cucchiai di ricotta affumicata grattugiata (o pecorino)
un ciuffo di prezzemolo tritato
pangrattato
noce moscata
300 g di polpa di pomodoro
1 piccola cipolla
basilico
olio extravergine, sale, purè di patate
Bagnate la mollica di pane nel latte.
Sbattete le uova con una forchetta.
Aggiungete sale e la mollica strizzata e fate riposare per 30 minuti.
Unite la ricotta o il pecorino, prezzemolo, noce moscata e impastate fino ad avere un composto omogeneo (eventualmente unite poco pangrattato).
Formate polpette grosse come noci, passatele nel pangrattato e friggetele in olio.
In un tegame fate dorare la cipolla tagliata a rondelle, scaldate la passata di pomodoro, cuocete per qualche minuto, poi aggiungete le polpette e proseguite per altri 10 minuti.
Servite le polpette con purè di patate, ho preparato quello in busta, e foglioline di basilico fresco spezzettato.
Note: l’estate si tinge di giallo
Quando avete voglia di un buon giallo leggete Rex Stout, lo scrittore americano (1 dicembre 1886 – Scorpione, un caso?) ci ha regalato un personaggio ciccione, vanitoso, meticoloso come Nero Wolfe, portando per la prima volta nel giallo l’approccio poliziesco. Nero, quando non cura le sue meravigliose orchidee, risolve casi intricati con l’aiuto del fido Goodwin (ve lo immaginate un italiano che si chiama Buonavincita), uno davvero figo e sexy, proprio l’opposto del suo principale.