Vin brûlé
Fino al secondo vin brûlé della figlia, la madre si tenne coraggiosamente alla larga dalle lacrime. Raccontò delle compagne di scuola felicemente sposate che le avevano chiesto notizie di Katrin, del tour in programma per gennaio in tutti gli ambulatori medico-specialisti (compresa la visita oculistica mensile dalla figlia) e dei documentari di medicina più toccanti andati in onda nell’ultima settimana televisiva. (Mi sa che si era persa Diagnosi precoce e cure efficaci contro l’epatite E.) Inoltre, nell’intento di farle venire l’acquolina in bocca, aveva al seguito le foto più recenti dei tre figli nuovi di zecca delle tre figlie di zia Helli. Katrin, però, preferiva bere il vin brûlé.
Da “In città zero gradi” di Daniel Glattauer
Il vin brûlé è un vino cotto, brûlé = bruciato (è l’alcol che brucia), che si beve in inverno, nel periodo dell’Avvento, si trova nei mercatini di Natale in pentoloni profumati.
La ricetta
Ingredienti
per 4 bicchieri di vin brûlé
1/2 l di vino rosso
2 stecche di cannella
4 cucchiai di zucchero
10 chiodi di garofano
1/2 arancia
1/2 mela
Preparazione
Lavare bene l’arancia, tagliare la scorza.
Lavare la mela e tagliare a fettine.
Mettere il vino in una pentola con la scorza di arancia, le fettine di mela, la cannella, i chiodi di garofano e lo zucchero. Portare a ebollizione e cuocere per 5 minuti, finchè non si scioglie lo zucchero.
Più il vino bolle meno alcolico diventa il vin brûlé.
Se vi riesce avvicinate un fiammifero acceso alla superficie del vino per bruciare ancora più alcol: compaiono delle fiamme blu che scompaiono dopo poco tempo.
Il vin brûlé va servito caldo.
Alcune cose sul vin brulè
Il vin brûlé è leggermente alcolico, perchè durante la cottura l’alcol evapora. Il vin brûlé si fa tradizionalmente con il vino rosso ma si può fare anche con il vino bianco.
Per i bambini si prepara un vin brûlé analcolico scaldando del succo di mela con le spezie.
Il vin brûlé si consuma in tutta Europa specialmente nel periodo natalizio: gli inglesi lo chiamano Mulled wine, i tedeschi Glühwein, i francesi Vin Chaud.
Il brano che ho messo all’inizio della ricetta è di un romanzo dimenticabile “In città zero gradi” di Daniel Glattauer ma tutto sommato adatto a essere consumato su una poltrona o, meglio su un divano, in una buia giornata delle feste di fine anno.
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